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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITA’ SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Copparo, 29 giugno 2001

1. "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa", "mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del Vangelo". Queste due affermazioni bibliche indicano la posizione, rispettivamente, di Pietro e di Paolo nella storia della nostra salvezza. Pietro: il fondamento su cui è costruita la Chiesa; Paolo: il missionario inviato a tutte le genti. Le due posizioni richiamano, o sembrano almeno richiamare due immagini diverse: l’immagine di una stabilità, l’immagine di un movimento. Il fondamento su cui un edificio è costruito è, deve essere qualcosa di irremovibile; il missionario è colui che per definizione è inviato. Ma la Chiesa, come nel Prefazio diremo fra poco, ha voluto unire in gioiosa fraternità i due santi apostoli ed associarli nella venerazione del popolo cristiano. In questa unificazione ed associazione sta nascosto il significato più profondo della nostra solennità.

Gesù costituisce Pietro fondamento su cui Egli edifica la sua Chiesa in ragione del fatto che ha riconosciuto in Gesù "il figlio del Dio vivente". La Chiesa è costruita su questo riconoscimento e vive continuamente di esso. Essa non è semplicemente la comunità di persone che hanno riconosciuto che Gesù ha insegnato una dottrina religiosa e/o morale vera, e si sforzano quindi di viverla. Egli, Gesù, non è semplicemente il fondatore di una religione. La Chiesa è la comunità di coloro che riconoscono che Gesù di Nazareth, il figlio di Maria, è Dio fattosi uomo. Pietro ha avuto dal Padre questa rivelazione; noi siamo cristiani nella misura in cui rimaniamo nella fede che Pietro per primo ha confessato. Egli ha impersonato tutta la Chiesa quando ha detto: "Tu sei il figlio del Dio vivente".

La stessa confessione di fede troviamo in Paolo. Scrivendo ai Romani, egli insegna: "se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo" [10,9]. Ma proprio perché Paolo ha riconosciuto nel Signore Gesù l’unico salvatore dell’uomo, di ogni uomo, ha capito che la sua missione era la proclamazione del Vangelo, perché "potessero sentirlo tutti i Gentili". La radice dell’apostolato di Paolo è l’incontro avuto con Cristo, nel quale gli è stata rivelata, come a Pietro, la vera identità di Cristo. E’ la fede in Cristo che spinge Paolo ad annunciare Cristo.

Pietro e Paolo esprimono, dunque, i due momenti o movimenti della Chiesa e di ogni discepolo del Signore: essere sempre più radicati e fondati in Cristo e nello stesso tempo sentirci mandati ad essere suoi testimoni.

2. Ma noi oggi vogliamo ringraziare il Signore per il cinquantesimo di presenza dei figli di don Orione in mezzo a voi. Che cosa essi hanno voluto essere in mezzo a voi se non coloro che testimoniano la fede di Pietro e vivono la missione di Paolo? Con Cristo ed inviati da Cristo per la vostra salvezza.

Noi oggi ringraziamo il Signore e lo preghiamo perché si compia nella vostra comunità ciò che abbiamo chiesto iniziando questa celebrazione: che sotto la guida dei suoi sacerdoti, questa comunità segua sempre l’insegnamento degli apostoli.