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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITA’ DI SAN GIORGIO
Cattedrale di Ferrara, 23 aprile 2001

1. "Essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire". Celebrando solennemente la memoria di S. Giorgio, patrono della nostra città e titolare di questa basilica Cattedrale, la parola di Dio ci invita a profonde meditazione perché ci fa dono di una visione perspicace della storia umana. Questa infatti ha una superficie e ha una profondità. La superficie della storia umana è quotidianamente fotografata dai mezzi della comunicazione di massa. La profondità ci è svelata oggi dalla parola di Dio. Essa ci dice che la storia umana è lo scontro fra Cristo e Satana ["l’Accusatore" lo chiama la pagina dell’Apocalisse]; fra la costruzione del regno di Cristo dentro alla nostra vita quotidiana mediante la Chiesa e la costruzione del regno di Satana mediante il potere di questo mondo. E’ questo uno scontro che accade soggettivamente nel cuore di ogni uomo ed oggettivamente nelle istituzioni sociali.

Su che cosa avviene lo scontro? Quale è la "materia del contendere" se così posso dire? L’attenta meditazione della pagina paolina che avete ascoltato nella seconda lettura, ci dona la risposta. La vita cristiana è generata nell’uomo da una certezza incrollabile: niente e nessuno potrà mai separarlo dall’amore con cui Dio lo ha amato in Cristo. "Nessun essere creato, nessuna forza o potenza, potrà mai scuotere queste fondamenta. Nell’incertezza sovrana che domina l’esistenza dell’uomo, c’è qualcosa di stabile e sicuro: l’amore di Cristo e l’elezione di Dio. Ecco le certezze incrollabili" [J. A. Fitzmyer, Lettera ai Romani. Commentario critico-teologico, Piemme ed., Casale Monferrato 1999, pag. 637]. Le potenze di questo mondo, in ultima analisi, cercano di separare i cristiani da Cristo, di staccarli da Lui: a livello, in primis della loro coscienza, delle loro certezze intime. E’ la lotta contro la Chiesa sposa e corpo di Cristo.

Siamo in grado di avere una qualche comprensione dello scontro che costituisce la trama vera del dramma umano. L’uomo è insidiato dal pericolo di essere sradicato dall’appartenenza ad un Mistero che lo costituisce, perché rimanga solo a costruirsi un’esistenza votata alla morte.

E’ in questo contesto che si colloca la testimonianza del martire, di S. Giorgio. La parola di Dio, come avete sentito, è chiara: "essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio". Testimoni dell’Agnello, i martiri sono come Lui ed in Lui posti nello scontro contro Satana ed un mondo ostile al Vangelo, che prende corpo in sistemi economici, politici e sociali oppressivi e totalitari. A causa della loro appartenenza a Cristo che i martiri non vogliono in nessun modo rinnegare "fino a morire", essi subiscono la violenza omicida di Satana e di coloro che a Satana appartengono, che uccidono i martiri. "Ma essi lo hanno vinto": l’Agnello immolato e in Lui i suoi martiri vincono in modo paradossale: nel modo della Croce, segno di vita e di salvezza.

La testimonianza quindi del martire è testimonianza a Cristo in quanto Egli è confessato dal martire come unico Signore e Salvatore contro ogni anti-Cristo. E’ testimonianza alla verità sull’uomo, di conseguenza, in quanto il martire afferma che l’uomo è più grande di tutti i poteri di questo mondo, dovendosi egli inginocchiare solo davanti al Signore. Testimone della signoria di Cristo e quindi della dignità sovrana dell’uomo.

2. Carissimi fratelli e sorelle, la celebrazione solenne del nostro martire sveglia la nostra coscienza perché non perda mai di vista che il vero scontro anche nella nostra città è fra il Regno di Cristo nel cuore dei suoi cittadini e nelle sue istituzioni e il Regno di Satana. Che è in concreto lo scontro fra la verità e il bene della persona, di ogni persona umana, e la menzogna sull’uomo. La domanda più urgente che tutti dobbiamo farci è se e in che misura il bene della persona è il criterio delle scelte economiche, sociali e politiche. Il persistente rifiuto di donare la vita che pone la nostra città agli ultimi posti nel tasso di natalità, il numero sempre elevato di aborti deve farci chiedere se davvero stiamo dalla parte dell’uomo. La crisi persistente dell’istituzione matrimoniale e famigliare che dà alla nostra regione emiliano-romagnola tristi primati, deve renderci pensosi circa il futuro anche della nostra città.

La nostra comunità di credenti nella luce del martire nostro patrono, è chiamata oggi più che mai a dare serena, umile e convinta testimonianza dell’avvenimento di salvezza: della salvezza di ogni uomo, di tutto l’uomo.