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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XII DOMENICA PER ANNUM
21 giugno 1998
Cresime a Pontegradella, Cocomaro di Cona e Perpetuo Soccorso

Riprendiamo oggi la lettura del Vangelo secondo Luca che accompagnerà la nostra celebrazione dell’Eucarestia durante tutto questo anno. Ed è una ripresa che inizia con una pagina di straordinaria importanza per ciascuno di noi ed in particolare per voi, carissimi ragazzi, che oggi ricevete la Cresima.

1. “Ma voi chi dite che io sia?” al centro della pagina del Vangelo sta questa domanda. E’ una domanda che oggi viene fatta a ciascuno di noi. Quando Gesù la rivolse ai suoi discepoli, essi stavano con lui, convivevano con lui da un periodo non breve.
Esattamente come succede a tanti di noi; esattamente come succede a voi, cari ragazzi. Forse da tempo frequentiamo la Chiesa; da tempo ci interessiamo agli altri: dedichiamo qualche tempo alla preghiera. Arriva però, deve arrivare però il “momento decisivo”: è il momento in cui siamo posti di fronte alla persona di Gesù. Alla persona, ho detto: non al suo insegnamento. A lui in persona e siamo richiesti: “Io per te chi sono?”. La fede cristiana è costituita da questo rapporto-relazione fra l’uomo (ciascuno di noi) e Gesù Cristo. Ecco, perché questo è per voi un momento di straordinaria intensità: è Gesù che vi chiede “io per te chi sono?”.
“Pietro prendendo la parola, rispose: il Cristo di Dio”. Cioè: “tu sei Colui che Dio ha inviato per la missione di salvezza”. “Cristo” significa “unto”. Poiché venivano unti il re, i sacerdoti, i profeti, cioè coloro che ricevevano da Dio  una missione particolare a favore degli altri, Pietro riconosce che Gesù è stato inviato a compiere l’opera della nostra salvezza. Ma come? In che cosa consiste quest’opera? Pietro, i discepoli per ora non lo sanno; pertanto è meglio che stiano zitti. Gesù stesso per la prima volta rivelerà il modo con cui Egli compierà la sua missione. Ecco come: “Il Figlio dell’uomo … deve soffrire molto … e risorgere il terzo giorno”. Egli compirà la sua missione attraverso la sofferenza e la morte violenta: solo percorrendo questa strada, Gesù sarà il Cristo, cioè il Signore risorto che salva ogni uomo.
ecco, carissimi fratelli e sorelle, chi è Gesù il Cristo. Egli è costui che ha rinnegato se stesso, perché “pur essendo di natura divina, non considerò …”. Egli è Colui che ha preso su di se la croce dell’umiliazione . egli è Colui che ha perduto la sua vita. E proprio per questo, “Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome…”. Proprio per questo Egli ha riavuto quella vita donata nella morte, una vita eterna ed incorruttibile.

2. Carissimi ragazzi, anche voi oggi sarete “unti” col santo “crisma”. Anche di ciascuno di voi, si potrà dire: “tu sei colui che Dio che inviato in missione: tu sei un cristo di Dio”. Ed infatti riponiamoci all’ascolto del Vangelo. “E a tutti diceva: se qualcuno …”. Già nel battesimo ci siamo rivestiti di Cristo; ora la nostra conformità a Cristo viene perfezionata.

 La nostra vita, la vita che ci si apre davanti è la stessa di Cristo. E’ la seguente: rinunciare a se stesso, cioè smettere di pensare a se stessi: di ritenere che la propria vita consista nell’affermare se stessi a spese degli altri. Questo significa “prendere al croce”. Amare vuol dire uscire da se stessi; la vita è salvata se è donata.