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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE (A)
Concattedrale e Cattedrale
19 maggio 2002

1. "Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo". La pagina evangelica appena proclamata, carissimi fratelli e sorelle, è la pagina conclusiva di tutta la narrazione degli avvenimenti pasquali vissuti dal Signore. La sua morte e la sua risurrezione raggiungono il loro compimento: il Cristo, che sulla croce "aveva reso lo spirito" [Gv 19,30], risorto venne in mezzo ai suoi ed "alitò su di loro" lo Spirito Santo.

Il testo evangelico fa venire alla mente la narrazione della creazione del primo uomo: "il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente" [Gen 2,7]. La sera di Pasqua, il Signore Gesù dà inizio alla nuova creazione dell’uomo.

Ma c’è un particolare sul quale desidero attirare la vostra attenzione. Dice il testo evangelico: "detto questo, mostrò loro le mani e il costato". E’ a causa della sua morte rimasta come fissata nel suo corpo attraverso le ferite delle mani e del costato, che Cristo può ora donare lo Spirito. E’ quasi attraverso le sue ferite che Cristo ci dona il suo Spirito.

Carissimi fratelli e sorelle, questa modalità con cui il Vangelo descrive il dono dello Spirito Santo da parte del Signore ci introduce in una profonda verità di fede. "Non c’è invio dello Spirito Santo (dopo il peccato originale) senza la croce e la risurrezione … Si stabilisce .. uno stretto legame tra la missione dello Spirito Santo e quella del Figlio nella redenzione". [Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Dominum et vivificantem 24,4; EE8/482]. Se la redenzione dell’uomo è stata completamente realizzata da Cristo, essa è ora applicata ed attuata costantemente nei cuori e nelle coscienze umane, dentro la storia, dallo Spirito Santo.

Se l’uomo quindi vuole comprendere fino in fondo se stesso; se l’uomo vuole corrispondere pienamente ai desideri del suo cuore; se l’uomo vuole donare un senso indistruttibile alla sua vita, deve avvicinarsi a Cristo ed entrare con tutto se stesso in Lui. Deve appropriarsi della redenzione operata da Cristo, se vuole ritrovare se stesso. Oggi è donato all’uomo lo Spirito Santo come Colui che lo conduce ad assimilare tutta la realtà dell’incarnazione e della redenzione.

"Viene, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli": quale profondità ha questa preghiera. Il cuore dell’uomo è come un "vuoto immenso" che invoca una "pienezza infinita". Lo Spirito Santo esaudisce l’invocazione di questa pienezza perché introduce l’uomo nel mistero di Cristo: nella Verità tutta intera [cfr. Gv 16,12] della sua Redenzione.

2. "Li udiamo annunciare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio". In questo modo è descritto l’avvenimento della redenzione umana operata da Cristo mediante il suo Santo Spirito. L’umanità era stata divisa, disintegrata dal peccato dell’uomo, ed il segno di questa divisione e disintegrazione era la divisione delle lingue. La parola, il segno che eminentemente esprime e realizza la comunicazione fra le persone, perse la sua originale trasparenza, "Li udiamo annunciare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio": lo spirito cattivo della divisione e dell’ostilità viene cacciato, viene tolto dall’interno della comunità umana. Lo Spirito Santo introduce l’uomo nel mistero della redenzione compiuta da Cristo, che per opera dello Spirito Santo ricongiunge in sé e come ricapitola e ri-assume ogni uomo. Dentro la storia umana comincia ad accadere il miracolo della comunione interpersonale.

La pentecoste è la risposta vera ed efficace al più grande bisogno delle nostre società occidentali: porre rimedio alla crescente dissoluzione dei legami sociali, incentrati ormai solamente sulla fragile e fortuita convergenza degli opposti interessi. E’ l’unica risposta vera a quell’individualismo che costituisce il vero cancro delle nostre società occidentali, il cui emblema sono società civili sempre più fragili, mercati sempre più forti e finanza fortissima.

Perché è l’unica risposta vera? Perché riporta l’uomo alla sua verità originale, secondo la quale la persona umana "non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé" [Cost. past. Gaudium et spes 24,3; EV 1/1395].

Carissimi fedeli: è necessario che la comunità umana di oggi accolga in sé, nel cenacolo della sua storia, Cristo risorto, che mostra ad ogni uomo le ferite della sua crocifissione, e dice: Pace a voi! Ed accolga lo Spirito Santo: è Lui che risana il cuore dall’egoismo; che abbatte le barriere che ci dividono da Dio e tra di noi; che restituisce insieme la gioia dell’amore del Padre e quella della comunione fra le persone.