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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Assunzione al Cielo della Beata Vergine Maria
Cattedrale Ferrara
15 agosto 1997

1.  “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”. Risuona con particolare forza oggi l’annuncio centrale della fede cristiana: Cristo è risuscitato dai morti! Oggi infatti contempliamo la potenza vittoriosa della risurrezione di Cristo nel corpo, nella persona di Maria. In Lei oggi costatiamo che “se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti”, dal momento che Maria ha ricevuto in Cristo la pienezza della vita, nella intera realtà della sua persona, anima e corpo.
 Noi oggi celebriamo il fatto che Maria, terminato il corso della sua vita terrena, non ha conosciuto nel suo corpo, come accade a ciascuno di noi, la corruzione del sepolcro. Ella è entrata nella vita eterna colla sua intera persona, anima e corpo. Era infatti sommamente sconveniente che “conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita” e che proprio quel corpo nel quale il Verbo di Dio aveva abitato per nove mesi, fosse sottoposto alla distruzione del sepolcro.
 La celebrazione dell’assunzione al cielo di Maria ci aiuta a capire una dimensione essenziale della salvezza cristiana: quella riguardante il nostro corpo. Il dono della salvezza, della rigenerazione della nostra persona, che ha la sua origine nella risurrezione del Signore, non riguarda solamente la dimensione spirituale della nostra persona. Essa è salvezza, rigenerazione anche del nostro corpo. Noi infatti non abbiamo, ma siamo il nostro corpo: ciascuno di noi è costituito nel suo essere personale anche dal suo corpo. E pertanto una salvezza che non coinvolgesse pienamente anche il corpo, non sarebbe la salvezza dell’uomo. Il Credo cristiano - professione della nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e nella sua azione creatrice, salvifica e santificante - culmina nella proclamazione della risurrezione della carne, cioè dei nostri corpi: quella che in Maria, per un privilegio singolare, è stata anticipata prima della fine dei tempo. E’ un punto così centrale nella nostra fede che uno scrittore ecclesiastico antico scrisse: “La risurrezione dei morti è la fede dei cristiani; credendo in essa, noi siamo tali” (Tertulliano, de resurrectione carnis 1,1).
 Dunque: la celebrazione dell’assunzione al cielo di Maria anche nel suo corpo ci riporta da una parte al centro della nostra fede, la risurrezione di Cristo, e dall’altra ci fa scoprire l’intima ed intera verità della persona umana, anche nel suo corpo.
 E’ qualcosa di “sconvolgente” ciò che oggi la fede cristiana celebra. Si accetta non così difficilmente che, dopo la morte, la vita della persona umana continui in un modo spirituale. Ma come credere che questo corpo, la cui mortalità e corruttibilità è così sperimentalmente evidente, possa essere partecipe della vita eterna di Dio? Questo è l’avvenimento che oggi celebriamo.

2. In quest’avvenimento di salvezza che oggi celebriamo si radica il giusto atteggiamento pratico della persona verso il proprio corpo e quello altrui. Poiché anche il corpo partecipa alla dignità di “essere in Cristo”, esso esige lo stesso rispetto che la persona stessa. Ascoltiamo S. Paolo: “Il corpo è per il Signore e il Signore è per il corpo... Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?... Non appartenete a voi stessi... Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Cor 6,13-15; 19-20).
 La glorificazione di Dio nel proprio corpo si compie soprattutto attraverso un ordinato esercizio della propria sessualità, la quale si realizza in forma compiuta o nella castità coniugale o nella castità verginale. E’ soprattutto, infatti, nel disordine sessuale che il corpo viene umiliato e deturpato nella sua dignità. E’ l’amore coniugale unitivo, fedele e fecondo; è l’amore verginale che custodisce indiviso il proprio cuore, che glorifica Dio nel proprio corpo.
 La celebrazione odierna diventa allora luce che trasforma la nostra mente, perché non ci conformiamo alla mentalità odierna che del corpo umano non ha più nessun rispetto. Essa infatti ha separato il corpo della persona, riducendolo così ad un oggetto di cui fare uso ed ha separato l’esercizio della sessualità dall’amore coniugale, riducendola ad un “gioco” privo di ogni serietà.
 L’assunzione al cielo di Maria nel suo corpo ci svela il significato ultimo del nostro essere-corpo: essere nella creazione il segno visibile della gloria di Dio, del suo splendore, della sua grazia.