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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DEDICAZIONE SAN GIOVANNI IN LATERANO
Ravalle
9 novembre 2003

1. "Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini". La parola di Dio è particolarmente illuminante per il momento che stiamo vivendo: don Raffaele e don Graziano assumono corresponsabilmente la cura pastorale unitaria di questo territorio. Ma – come avete sentito – la parola di Dio non parla di loro, non parla dei sacerdoti; essa parla di voi, carissimi fedeli. È un invito che vi rivolge: "stringetevi a Cristo". La vita del battezzato è interamente fondata su Cristo. Unito a Lui dal santo battesimo, il credente aderisce a Cristo; si radica e si fonda in Lui. Sradicato da Cristo, muore; non fondato su Lui, va in rovina: "tutto deriva da Cristo ed è attinto da Lui, cosicché tutto avvizzirebbe e diverrebbe arido e sterile se non fosse nutrito e vivificato dalla linfa che scorre in lui e fluisce da Lui" [U. Neri, Ho creduto perciò ho parlato, EDB 1997, pag. 63].

Stringendovi a Cristo, continua la parola di Dio, "voi, venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale". Non siamo individui disgregati, ma in Cristo siamo uniti e formiamo "un edificio spirituale": siamo come una casa di preghiera, consacrata al culto di Dio e santificata dalla sua presenza.

Non pensate che vi stia dicendo cose così astruse da non riguardare la vostra vita quotidiana. Al contrario. La vostra condizione di cristiani vi costituisce nel mondo, dentro la società, come una dimora santa di cui l’edificio materiale delle nostre chiese è un simbolo, nella quale Dio dimora e nella quale voi stessi vivendo una vita onesta, offrite a Dio sacrifici graditi. Anche l’apostolo Paolo insegna la stessa verità quando scrive: "vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: è questo il vostro culto spirituale" [Rom 12,1]. Avete sentito: Paolo parla di "culto spirituale"; Pietro parla di "sacrifici spirituali graditi a Dio". Quali sono questi sacrifici spirituali se non voi stessi, la vostra vita quotidiana, il vostro lavoro quotidiano ed i vostri affetti, le vostre gioie ed i vostri dolori?

L’apostolo Pietro fa però un’aggiunta assai importante: "per mezzo di Gesù Cristo". E qui noi ritroviamo il grande insegnamento dato da Gesù alla samaritana: "i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità". Noi possiamo offrire noi stessi al Padre solo perché stretti a Cristo, siamo inseriti nella sua preghiera e nella sua offerta, mossi dal suo Spirito.

2. Carissimi. oggi don Raffaele e don Graziano iniziano solennemente la loro cura pastorale corresponsabile di tutti voi.

La parola di Dio che abbiamo meditato ci fa comprendere il senso della loro presenza in mezzo a voi. Essi sono chiamati ad edificare quell’edificio spirituale che siete voi stessi nella vostra reciproca unità. È stato San Paolo a paragonare l’opera degli apostoli a quella dei costruttori, quando scrive ai cristiani di Corinto: "Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra" [1Cor 3,10]. Don Raffaele e don Graziano sono in mezzo a voi per cementarvi con Cristo, attraverso la predicazione ed i sacramenti; per guidarvi, così che la vostra vita sia sacrificio gradito a Dio.

Siate docili alla loro opera. Voi siete infatti "il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce".