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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


STAZIONE QUARESIMALE: S. PAOLO
7 marzo 1997

 La nostra vita che, per molteplici esigenze, si disperde quotidianamente in tante attività, ha bisogno di essere unificata. Già un saggio dell’antichità pagana diceva: “il non avere una vita organizzata in relazione ad un fine, è segno della più grande follia” (Aristotele, EE 1214b 11). Questa sera, la Parola di Dio ci indica la strada per evitare la follia di vivere una vita non organizzata in relazione ad un fine ultimo. Come? Indicandoci precisamente quale deve essere la nostra preoccupazione fondamentale, il centro in cui unificare ogni nostra attività, il bene in relazione al quale compiere tutte le nostre scelte: l’amore di Dio e di ogni persona umana.

1. “Amerai il Signore Dio tuo ...”. Quale straordinaria dignità è rivelata a noi in queste parole! Non solo riconoscere il Signore nostro Creatore ed adorarlo nella sua gloria immensa, ci è chiesto. Ci è chiesto di amarlo: la relazione fondamentale che il Signore Iddio intende istituire colla sua creatura non è quella del timore o del servizio. E’ quella dell’amore. E tutto quanto il Padre compie in Cristo, tutta la storia della salvezza non ha che un solo scopo: indurre ciascuno di noi ad amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Noi spesso viviamo il nostro rapporto col Signore introducendovi l’esperienza del timore o della paura; viviamo spesso la nostra vita cristiana come un insieme di atti che dobbiamo compiere. E’ la “figura” della legge che con-figura spesso il nostro cristianesimo. Questa sera, la Parola di Dio ci dice che la nostra vita cristiana deve essere interamente configurata dall’amore.
 Ma amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, è possibile all’uomo? è frutto di un suo sforzo? No: l’amore di Dio viene effuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo che ci è stato donato. E’ Lui che in noi, ci muove intimamente ad amare. Che cosa ci è chiesto? Di togliere ogni impedimento. Se il sole attraversa un cristallo non terso, questo non è illuminato: non a causa del sole, ma della impurità del cristallo. Non potremo amare Dio nello Spirito Santo, fino a quando non avremo purificato il nostro cuore. Finché c’è nel tuo cuore egoismo, ambizione, vanità, invidia, impurità, lo Spirito Santo non potrà prendere possesso pieno e non sapremo amare Dio con tutto il cuore. Ed è per questo che c’è tanta infelicità: la misura della nostra beatitudine dipende dalla misura dell’amore.

2. “... ed il prossimo tuo come te stesso”. Con queste parole, si vuole togliere forse qualcosa alla totalità dell’amore di Dio? al contrario. L’amore del prossimo è il segno e la prova dell’amore di Dio: non puoi dire di amare Dio se non ami il tuo prossimo. Perché? Ogni persona umana è immagine e somiglianza di Dio. Come puoi dire di amare Dio, se poi non ami chi di Dio, è la presenza visibile?
 Ecco fratelli e sorelle: la parola di Dio ci ha insegnato questa sera quale è il “centro” di tutta la nostra vita, qualunque forma essa assuma. Ci ha detto quale è la “chiave di volta” di tutto il suo arco: amerai Dio ...; amerai il prossimo come te stesso. Sia in noi il Cristo che dona Sé al Padre ed ad ogni uomo, perché sia in noi il vero amore.