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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Settimana Mariana 1997
OMELIA AI CATECHISTI
Cattedrale Ferrara
5 ottobre 1997

1. “Per la durezza del cuore ... maschio e femmina”. La parola di Gesù ci svela la radice ultima del male umano, della nostra condizione di miseria: la contraddizione fra l’inizio della creazione e la durezza del cuore. In che cosa consiste questa contraddizione? Gesù ce la svela mostrandoci, per così dire narrandoci la storia di una fondamentale esperienza umana, il rapporto uomo-donna quale si realizza nella comunità matrimoniale. E così di fronte ai nostri occhi Gesù dipinge come un dittico: il quadro del matrimonio all’ ”inizio della creazione” e il quadro del matrimonio come è stato ridotto dalla “durezza del cuore”.
 All’inizio della creazione, l’uomo e la donna erano capaci di uscire dalla loro solitudine originaria (“non è bene che l’uomo sia solo”), poiché erano capaci di fare della propria persona un dono all’altro, costituendo così una unità completa (“e i due saranno una sola carne”). In questo modo, la persona umana trovava pienamente se stessa, realizzava interamente la sua nativa vocazione. Infatti “Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza: chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione personale di amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio inscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione. L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano” (Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio 11,1-2).
 La durezza del cuore ha impedito all’uomo e alla donna di realizzare la loro originaria e nativa vocazione al dono, all’amore. A causa di questa durezza, la persona umana mutò integralmente il significato della sua esistenza: da un’esistenza destinata, orientata al pieno possesso di se stessa attraverso il dono all’altro, ad una esistenza che si orienta al pieno possesso di se stesso attraverso il dominio o l’uso dell’altro. Alla logica della comunione nel dono subentra la logica della contrapposizione nell’uso. Ed è chiaro che l‘unico incontro possibile consisterà nel fragile miracolo della convergenza provvisoria di opposti interessi. La domanda è: “è lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?”
 A questa contraddizione, Mosè, come ogni responsabile di popoli, ha cercato di porre rimedio colla legge: “egli scrisse per voi questa norma”. Ma come può un uomo guarire un male dell’uomo? la legge umana è sempre misurata dalla durezza del cuore ed in ogni caso, anche se non fosse così, non ha nessuna capacità di muovere l’uomo al bene indicatogli.
 Ecco, fratelli e sorelle: solo Cristo è l’unico salvatore dell’uomo, poiché  solo Lui ci fa dono dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo ci guarisce dalla durezza del nostro cuore. Per compiere quest’opera, “Gesù fu fatto di poco inferiore agli angeli ... perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti”.

2. Oggi diamo a voi catechisti il mandato. La luce che ci viene oggi dalla Parola di Dio ci fa capire la straordinaria grandezza della missione che oggi il Vescovo vi affida. In che cosa consiste? Nell’aiutare il Vescovo ed il suo presbiterio a trasmettere integralmente la Rivelazione che il Padre ci ha fatti in Cristo; nell’educare la persona umana nella fede. Oh quanta gratitudine vi deve la nostra Chiesa intera! Ma quale debito di gratitudine ha anche il mondo.
 La vera tragedia dell’uomo è di aver oggi smarrito il significato della propria vita. Caduto in un relativismo che lo sta devastando, l’uomo non ha più quella passione per la verità su e di se stesso che sola gli impedisce di vivere come gli animali. Estenuandosi al passione per la verità, la libertà si trasforma in un gioco annoiato di promesse fatte e mai mantenute, di impegni mai definitivamente assunti. Chi soffre di più in una tale situazione sono proprio i bambini e i giovani: sentono ancora nel cuore la profonda nostalgia della bellezza, della verità, della santità dell’inizio della creazione. E quando chiedono agli adulti di indicare loro la via per raggiungere questa che è la loro patria, si sentono in fondo dire: “non ragionate troppo, consumate il più possibile: al resto pensiamo noi”.
 Ma “la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. Essa crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.” (Gaudium ed Spes 10). Ed “in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”. La catechesi è l’attività attraverso la quale la Chiesa introduce l’uomo in questa luce, rivela l’uomo a se steso e la sua vocazione originaria. I catechisti sono i principali cooperatori del Vescovo col suo presbiterio e dei genitori nel loro ministero educativo. Ringrazio ciascuno di voi, il direttore e vice-direttore dell’Ufficio catechistico diocesano con la loro meravigliosa équipe, e la Commissione diocesana.
 Scenda lo Spirito Santo colla pienezza della sua grazia: introduca voi per primi nel mistero di Cristo, perché nasca in voi una passione sempre più forte per l’uomo, perché sia restituito a ciascuna persona la sua originaria dignità e bellezza.