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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA ALLE ESEQUIE DI MONS. GIUSEPPE TURRI
Concattedrale di Comacchio
5 gennaio 2004

"Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo".

Carissimi fedeli, celebriamo i divini misteri per chiedere al nostro Salvatore, il Signore Gesù Cristo, di trasfigurare la persona del suo servo, il sacerdote Giuseppe, ad immagine sua.

Questa trasfigurazione era già visibilmente iniziata soprattutto negli ultimi mesi di vita di Mons. Turri, quando divenne certo della sua fine imminente. Visitandolo diverse volte alla clinica Toniolo di Bologna, ho potuto rendermi conto di questa progressiva conformazione a Cristo crocifisso risorto. Dopo un primo comprensibile turbamento, egli entrò in una grande pace, nutrita dalla preghiera del Rosario pressochè continua. La sua anima si è stretta al Signore, come abbiamo detto nel Salmo, e la forza della destra del Signore l’ha sostenuto.

A questo incontro Mons. Turri si era preparato. Il Signore infatti nel Vangelo ci richiama tutti a questa consapevolezza: siamo come "coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa". Perdere questa consapevolezza, cessare di essere "persone che aspettano il Signore", come fossimo già nel nostro stato definitivo, è la stoltezza peggiore.

A questo incontro col Signore Mons. Turri si era preparato attraverso un servizio sacerdotale fedele e fruttuoso. Parroco a Mezzogoro, egli ha lasciato ricordo imperituro in quella comunità del suo ministero pastorale, avviando all’altare più di un giovane come frutto più prezioso del suo impegno sacerdotale. Parroco nella parrocchia di S.Cassiano in Duomo a Comacchio, egli divenne uno dei punti di riferimento dell’intera comunità comacchiese. Attività che ebbe anche pubblico riconoscimento da parte della pubblica Amministrazione nel settembre scorso.

Ritiratosi dal ministero, egli visse in una solitudine dignitosa ed orante, in una profonda affezione alla chiesetta del Carmine: la devozione a Maria e a Giuseppe ha caratterizzato il suo sacerdozio.

"Così nel Santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria".

Carissimi fedeli, sono le parole del Salmo appena pregato. Esse rivelano il desiderio profondo dell’orante di vivere "nel santuario" come luogo santo in cui contemplare la potenza e la gloria del Signore.

Mi è gradito concludere queste semplici considerazioni richiamando alla vostra attenzione questo aspetto della vita di Mons. Turri, che amo considerare eredità preziosa lasciata soprattutto a noi sacerdoti: l’amore e la cura per il decoro della celebrazione liturgica. Era una delle sue preoccupazioni principali, mi confidava negli ultimi anni della sua vita: per il decoro e la bellezza delle celebrazioni, decoro e bellezza che egli temeva a rischio.

Ora preghiamo che Egli possa saziarsi "come a lauto convito" a quella liturgia del cielo di cui quella della terra è segno e pregustazione.