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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Pellegrinaggio regionale dei giovani
al Santuario eucaristico di S. Maria in Vado a Ferrara
1 MAGGIO 1997

EUCARESTIA E VOCAZIONI
S. Messa in Cattedrale

1. “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Carissimi giovani, il Signore ancora una volta parla al vostro cuore: le sue parole non percuotono solo le vostre orecchie. Esse bussano al vostro cuore. Egli vi rivela la ragione ultima per cui ci parla. Egli ci parla quando leggiamo la S. Scrittura; quando i pastori della Chiesa vi spiegano la medesima S. Scrittura; quando interiormente Egli fa visita al vostro spirito colle Sue ispirazioni. Oggi, ti dice perché ti parla. “Questo vi ho detto...”. Dunque: Egli ci parla perché siate nella gioia. Non una gioia qualsiasi, ma una gioia che ha due caratteristiche fra loro legate. E’ una gioia piena, una gioia cioè alla quale non manca nulla per essere completa. E può essere tale, cioè completa, perché è la stessa gioia di Cristo: “la mia gioia sia in voi”. La misura della nostra gioia non potremmo trovarla soltanto nelle nostre deboli capacità di procurarcela: siamo chiamati a gioire a misura della gioia stessa di Cristo. Egli ci parla perché tutto questo di realizzi.
 Ma il Signore ci indica il modo con cui possiamo aprire il nostro cuore alla sua gioia stessa. “Rimanete nel mio amore”, egli ci dice. L’amore di cui parla non è in primo luogo il nostro amore verso di Lui, per cui il primo significato di quelle parole del Signore non è: continuate ad amarmi. Egli parla dell’amore Suo verso di noi. Per cui quelle parole significano: “rimanete nell’amore che io ho per voi”. Cioè: “lasciatevi sempre amare da me; acconsentite sempre ad essere amati da me”. Sono l’eco profonda delle parole che il Cristo vi rivolgerà fra poco: “Prendete e mangiatene tutti; prendete e bevetene tutti”.
 Ma che cosa significa precisamente “lasciarsi amare da Cristo, acconsentire ad essere amati da Lui”? egli stesso ce lo spiega: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. E’ l’osservanza dei suoi comandamenti che ci fa rimanere nel suo Amore. So che queste parole “osservare un comandamento” suscitano oggi tanti sospetti nel vostro cuore, sentendole come imposizione di un peso, limitazione di una libertà che si concepisce sempre più come autonomia. Questa vostra difficoltà ci aiuta a penetrare in un mistero molto profondo della vostra vita. Gesù infatti continua dicendo: “come io ho osservato i comandamenti del Padre e rimango nel suo Amore”. Gesù vive nello stesso tempo una esistenza umana che è puro, solo amore, dono di sé e obbedienza al Padre suo. Egli è identità di amore e di obbedienza. La sua esistenza umana ha la sua origine nella decisione del Padre di salvare ogni persona umana (come ci ricorda la prima lettura) e nell’accoglienza che Egli fa di vivere umanamente come segno perfetto di questo amore del Padre. Gesù ama ciascuno di noi e si dona a ciascuno di noi, perché il Padre ama ciascuno di noi e come il Padre ama ciascuno di noi. Così Egli, Gesù, è supremamente libero nel dono che fa di sé ed al contempo questa libertà consiste nell’osservare il comandamento del Padre. La libertà di Gesù consiste in questa risposta piena che Egli dona al Padre, nel suo abbandonarsi pienamente a Lui.
 Ora, carissimi giovani, possiamo comprendere quale è la via che ci porta ad avere nel nostro cuore la stessa gioia che gustava Cristo stesso: è la strada che fa della nostra vita una sintesi perfetta di obbedienza - libertà - amore.
 Prima di tutto di obbedienza: siamo chiamati ad entrare pienamente in quel progetto che Dio ha su di noi fin dalla eternità. Questo progetto è precisamente la nostra vocazione. Portare a compimento la propria missione, porci interamente a disposizione della vocazione con cui il Signore ci ha chiamato, significa realizzare se stessi. Fuori di questa vocazione, noi viviamo invano. L’obbedienza al progetto di Dio sulla nostra vita ci custodisce dal non-senso: dalla disgrazia di vivere invano.
 L’obbedienza è la nostra vera libertà: essa è la capacità di realizzare la nostra vocazione. Non è quella che vi promettono tutti i poteri di questo mondo, una totale autonomia, una rottura da ogni legame, un’affermazione di autosufficienza che vi lascia indifesi di fronte ai vostri limiti, rinchiusi spesso nella prigione dell’egoismo, dispersi nel deserto della vostra solitudine.
 Questa libertà ha come contenuto l’amore vero, cioè la donazione della vostra persona o nella forma dell’amore verginale o nella forma dell’amore coniugale.

2. Dove impareremo a vivere una vita così impastata di obbedienza, libertà ed amore? Nel luogo dove Cristo ha realizzato pienamente, perfettamente la sua libera obbedienza al Padre nel dono di Sé sulla Croce. Penetra in questo luogo. Come? Precisamente attraverso l’Eucarestia che è il sacramento del sacrifico di Cristo. Partecipando all’Eucarestia, l’obbedienza - libertà - amore del Signore entra nella tua persona.

“Cantate al Signore un canto nuovo”: solo uomini e donne rinnovati dall’Eucarestia potranno cantare il canto nuovo. “Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza”: carissimi giovani, partite da questa Cattedrale sentendovi mandati ad “annunciare di giorno in giorno” la salvezza del Signore, nella nostra Regione. Siate testimoni dell’obbedienza, della libertà, dell’amore di Cristo!
 Pellegrinaggio regionale dei giovani
al Santuario eucaristico di S. Maria in Vado a Ferrara

1 MAGGIO 1997
EUCARESTIA E VOCAZIONI
Santa Maria in Vado

Adorazione Eucaristica
Celebrazione dei Vespri
Benedizione Eucaristica
 

 Avete sentito: “resta per sempre - un sacerdozio che non tramonta - ha fatto questo una volta per sempre”. Tutte queste parole convergono ad un solo punto, sono come tanti raggi che si in-centrano in un “fuoco”: l’Eucarestia è la Presenza del dono che Cristo ha fatto di se stesso. E’ un dono irreversibile; un dono che non sarà mai più ritirato: “resta per sempre - ha fatto questo una volta per sempre”. Ecco che cosa significa l’adorazione eucaristica. Essa è la concentrazione calma, profonda su quel punto in cui l’amore eterno è entrato dentro il nostro tempo ed il nostro tempo può aprirsi all’amore eterno.
Guardare quel punto, posare lo sguardo puro e calmo su quel punto: tutta la mia persona intende aprirsi a quel dono di amore, continuando a desiderare che accada sempre più in me ciò che è avvenuto quando ho ricevuto l’Eucarestia.
Ed i nostri sguardi sono guariti: gli sguardi così violentemente oggi devastati da una pubblicità sempre più aggressiva.
Guarigione in tre direzioni: su Dio e gli occhi della fede si illuminano; su noi stessi ed il cuore si riempie di umiltà; sui nostri fratelli, e la libertà di trasforma in capacità di dono.
“Resta per sempre - ha fatto questo una volta per sempre”: ed è sempre a nostra disposizione. Non esiste momento in cui sia indisponibile. L’adorazione eucaristica è il modo con cui noi “mettiamo a disposizione” la nostra persona. Perché Egli ci riempia sempre più della sua Libertà, della sua Obbedienza, del suo Amore. E così, anche per ciascuno di noi ci sarà un “per sempre”, un punto cioè di ancoraggio definitivo; l’amore di Cristo.