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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITA’ DEL NATALE DI N. S. G. C. 2002
Cattedrale: Messa del giorno

1. "Dio … ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo". Carissimi fratelli e sorelle, queste parole appena ascoltare sono la narrazione del fatto oggi accaduto e la spiegazione del suo senso: quel fatto e quel senso che costituiscono il Mistero del Natale che oggi celebriamo.

"Dio ha parlato a noi": il fatto accaduto oggi – Dio che rivolge la sua parola all’uomo – è la risposta ad una domanda di senso che dimora nel nostro cuore. E’ risposta alla domanda di luce, che nasce dall’enigma indecifrabile che è il nostro stesso esserci. Perché enigma? Perché non sappiamo da dove veniamo: se siamo frutto del caso o di un impersonale necessità; perché non sappiamo come possa accadere in noi che conosciamo ed apprezziamo ciò che è bene e poi facciamo il male; perché non sappiamo quale è la nostra fine definitiva, la nostra morte. Certamente, quell’organizzazione della menzogna sull’uomo che è in larga misura la cultura in cui viviamo, ci ha immunizzati contro l’insidia di porci queste grandi domande. Alla invocazione di luce per decifrare il grande enigma della vita si è programmato di sostituire un’incoscienza organizzata, paga di godere di beni transitori. Ma poiché questa invocazione di luce è l’unico atteggiamento umanamente onesto, ogni altro surrogato che voglia sostituirlo è solo presunzione che si espone sempre alla confutazione del tempo. E che cosa oggi tanti si trovano nel cuore? uno spaventoso "deficit di speranza" che ci rende così incerti ed insicuri sul nostro futuro.

"Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio".Dio ha risposto oggi all’invocazione di lice che parte dal cuore dell’uomo. Gli ha rivelato che la sua origine è da collocarsi in un atto di amore divino; che il senso della sua vita è porsi alla sequela del suo Figlio divenuto uno di noi; che è destinato ultimamente non alla morte eterna ma alla vita eterna di Dio. Nel fatto oggi accaduto sono quindi poste le basi per una vera comprensione dell’uomo; una comprensione che può andare oltre ai nostri limiti e risolvere le nostre contraddizioni: l’uomo, incontrando Cristo ed inserendosi in Lui mediante la fede e i sacramenti, si muove verso Dio stesso, anzi verso la propria "divinizzazione". E’ ammesso all’intimità della vita trinitaria.

2. "La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù cristo". Non in qualsiasi modo "ultimamente, in questi giorni" Dio ha parlato all’uomo: Egli ci ha parlato per mezzo del Figlio. Più precisamente: il Figlio, "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Ed è in quanto Figlio; in quanto "erede di tutte le cose", che Egli ha potuto darci non la legge come Mosè ma "la grazia e la verità", la grazia o il dono della verità. La Verità di Dio, poiché "Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato". La verità dell’uomo, poiché "in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini". La Verità di tutta la realtà creata, poiché "tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste".

Carissimi fratelli e sorelle, celebrando oggi l’incarnazione di Dio, il fatto cioè che il Verbo si è fatto carne venendo ad abitare in mezzo a noi, veniamo in possesso dell’unica vera chiave interpretativa di tutta la realtà; veniamo a sapere quale è il centro di tutte le cose, avendo esse tutte nel Verbo incarnato la loro consistenza; siamo chiamati alla vera libertà, dal momento che essere liberi significa sottomettersi solo alla verità. "La grazia e la verità [il dono della verità] vennero per mezzo di Gesù Cristo": oggi l’umanità di ogni uomo è come creata di nuovo. Da oggi è dato all’uomo di condividere la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana. Facendosi carne della nostra carne, ci ha rigenerati perché ci ha aperto l’accesso alla vita immortale.

Ma dopo quanto è accaduto oggi, la nostra libertà è posta di fronte ad un’alternativa: o la comprensione della propria vita in funzione della "grazia e verità" che "vennero per Gesù Cristo" o la meschinità di una vita paga della somma di beni transitori. La preghiera della Chiesa ci accompagna: "o Dio, che in modo mirabile …".