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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


FESTA DELLA FAMIGLIA: CELEBRAZIONE MATRIMONI
Cattedrale Ferrara
30 dicembre 2001

1. "E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù rendendo per mezzo di Lui grazie a Dio Padre". Carissimi Francesca e Alessandro, Lorena e Stefano, voi avete voluto compiere questo atto, l’atto dello sposarvi, "nel nome del Signore Gesù, rendendo grazia a Dio Padre".

Nel nome del Signore Gesù, perché il matrimonio che voi celebrate è un sacramento della Nuova Alleanza fra Dio e l’uomo. Ed infatti, se così non fosse, se non fosse "sancito nel nome del Signore Gesù", non potrebbe essere vera via di salvezza della vostra umanità. Chi infatti è capace di unire per sempre due persone create e quindi limitate? di rendere eterno il vostro amore, cioè sempre nuovo, fecondo, libero, fedele? di difenderlo quotidianamente dalla tentazione di possedervi anziché di donarvi; dall’insidia della vostra umoralità e della vostra abitudine?

La vostra decisione di sposarvi "nel nome del Signore Gesù" si realizza nel tempo in cui la Chiesa celebra il mistero del Verbo che si fa carne e viene ad abitare fra noi. Questo avvenimento accade per rispondere alla domanda di infinito che dimora nel cuore dell’uomo: che definisce il cuore dell’uomo. Accade per rispondere alla più profonda ed imprescindibile necessità che questa mattina vi ha spinto in questa Cattedrale a celebrare il vostro matrimonio: la necessità di amare.

Ma se "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi", allora la risposta al desiderio, alla necessità di vivere cioè di amare è già stata data: non deve essere inventata dall’uomo e dalla donna. La risposta a quel desiderio e a quella necessità è di riconoscere Lui il Verbo fatto carne, di mendicarLo come fece il cieco di Gerico, di stargli dietro come Andrea e Giovanni, di lasciarsi plasmare dalla sua Presenza come Maddalena, di affermarlo sempre nella vostra quotidianità come Maria e Giuseppe a Nazareth. Consegnatevi dunque carissimi Francesca e Alessandro, Lorena e Stefano, l’uno all’altro, liberamente e definitivamente, per rispondere e corrispondere fedelmente all’autorevole atto di amore del Padre, svelatoci nella Presenza di Cristo.

Ma c’è una modalità precisa attraverso la quale questa Presenza genera, nutre e plasma il vostro amore coniugale. E’ la Chiesa, il luogo della Presenza. Perché quanto è accaduto al cieco di Gerico, ad Andrea e Giovanni, a Maddalena, a Maria e Giuseppe, accada anche a voi come un fatto quotidiano, occorre che voi siate profondamente legati alla Chiesa, dentro alla Chiesa. E la Chiesa vi ha già occupato per così dire attraverso un suo segno particolare e concreto: la Fraternità alla quale siete legati. E’ attraverso l’esperienza di questa amicizia che dentro alla Chiesa, Cristo vi dona continuamente la verità intera del vostro amore, provocando la vostra libertà alla corrispondenza.

2. Non possiamo però tralasciare di considerare che la narrazione evangelica mostra come il potere di questo mondo voglia eliminare quell’avvenimento di salvezza che stiamo celebrando. "Alzati, prendi con te il bambino" dice l’angelo a Giuseppe "… perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Che cosa rendeva insopportabile la presenza di questo bambino ad Erode? che cosa rende insopportabile anche oggi ai vari potenti di turno l’avvenimento? E’ la presenza della Grazia dentro al quotidiano che diventa insopportabile, perché Essa, investendo il nostro io in ogni sua dimensione poiché lo pone in rapporto con Cristo, ci rende irriducibile a ogni misura umana che voglia essere totalizzante. Ci rende cioè veramente liberi e liberamente veri. E ciò che il potere teme è la libertà e la verità.

Anche il vostro matrimonio, come quello di Maria e Giuseppe, sarà perseguitato dall’Erode di oggi: sposandovi "nel nome del Signore Gesù" voi testimoniate una verità sull’uomo e sulla donna che l’universale organizzazione della menzogna in cui viviamo vuole censurare. E’ la verità più semplice e più grande: siamo fatti per amare e quindi per Cristo, o – il che è lo stesso – siamo fatti per Cristo e quindi per amare.

"Accogli" dunque ", o Signore, questo sacrificio di salvezza e per intercessione della Vergine Madre e di san Giuseppe, fa che" le famiglie di Francesca e Alessandro, Lorena e Stefano "vivano nella tua amicizia e nella tua pace". Amen.