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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Settimana Mariana 2001
SACRA ORDINAZIONE DIACONALE
Domenica XXVIII (C): Ferrara 13-10-01

1. "Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo, insieme alla gloria eterna". Carissimi fratelli e sorelle, queste parole ci rivelano un grande mistero: Cristo ha chiamato l’uomo a cooperare con Lui nell’opera della redenzione. Egli non compie la salvezza della persona umana da solo, "sceglie alcuni tra i fratelli che ma attraverso l’imposizione delle mani … fa partecipi del suo ministero di salvezza" [pref. della Messa del Crisma]. Oggi noi celebriamo questo mistero della condiscendenza divina, della elezione di quattro nostri fratelli al servizio della salvezza.

Questo mistero ha una dimensione divina e una dimensione umana, esattamente come l’intero mistero della Redenzione.

La dimensione divina. E’ un atto sacramentale che sta accadendo: un’azione di Cristo che viene significata dall’imposizione delle mani.

L’imposizione delle mani indica in primo luogo la comunicazione dello Spirito Santo, della sua grazia e della sua forza. Cristo dona a questi quattro nostri fratelli una partecipazione singolare di quello Spirito che sta all’origine ed è la forza propulsiva di tutta la missione del Signore. Attraverso questa infusione essi sono resi capaci di un’intelligenza più profonda del progetto di Dio sull’uomo. "La parola di Dio non è incatenata", ci ha appena detto l’Apostolo. Essa continuerà a essere annunciata anche per opera dei nuovi diaconi ai quali oggi viene rivelato il sapiente disegno di Dio, perché lo notifichino, diffondendo il profumo della conoscenza di Cristo.

L’imposizione delle mani significa anche la presa di possesso di questi quattro diaconi da parte di Cristo e della Chiesa: "alle spalle e di fronte mi circondi/ e poni su di me la tua mano" [S 139,5]. Essi sono dedicati al servizio di Cristo nella Chiesa; vengono eletti e stabiliti da Cristo per sempre come strumenti suoi. Ministri del Capo e del corpo, dell’unico Cristo totale che consta di Capo e membra. L’essere personale dei quattro diaconi viene misteriosamente ma realmente "sigillato" – riceve il carattere sacramentale – dalla mano di Cristo che li configura a Sé in modo indelebile e diverso da come sono tutti i battezzati.

La dimensione umana della trasformazione sacramentale prodotta nel diacono dal sigillo di Cristo appare chiara quando riflettiamo seriamente alle parole dell’apostolo: "io soffro fino a portare le catene come un malfattore … sopporto ogni cosa per gli eletti". Appare ancora più chiara quando riflettiamo alla natura del servizio che Cristo compì nella sua vita. Proprio nel Cenacolo, nel momento in cui Egli istituiva il sacramento dell’Ordine, esortava gli apostoli a seguire il suo esempio: "chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve … io sto in mezzo a voi come colui che serve" [Lc 22,26-27]. E dopo aver lavato loro i piedi, Gesù disse: "Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri" [Gv 13,14]. Nel Regno di Cristo non c’è grandezza e dignità che non consista nel servire gli altri; c’è soltanto un primato: che il maggiore sia servo di tutti. Da questa sera questi quattro giovani devono iniziare ad entrare con tutta la loro persona dentro al dono che Cristo ha fatto di Sé stesso all’uomo; devono appropriarsi e assimilare tutta la realtà dell’amore che ha spinto Cristo al dono di Sé sulla Croce. Avere nel cuore la stessa passione di Cristo per la dignità dell’uomo.

2. "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?". La triplice domanda di Cristo costituisce il punto focale del racconto evangelico appena ascoltato. Uno solo, e precisamente uno straniero disprezzato come escluso dai favori di Dio, si riconosce oggetto dell’intervento salvifico di Dio; anche Naaman il siro proclama la sua fede nell’unico vero Dio.

Carissimi diaconi, l’oggettiva configurazione sacramentale della vostra persona a Cristo e l’intima assimilazione esistenziale del suo servizio redentivo devono farsi vedere la persona umana, ogni persona umana come chiamata alla salvezza che è in Cristo. Come ha insegnato il Concilio, "con l’incarnazione il Figlio di si è unito in certo modo ad ogni uomo" [Cost. past. Gaudium et spes 22; EV 1/1386]: voi siete costituiti diaconi per far sì che una tale unione possa continuamente attuarsi e rinnovarsi. Perché ogni uomo, vedendosi guarito – guarito dal suo destino mortale – torni indietro dalla sua via di morte, lodando Dio a gran voce e gettandosi ai piedi di Gesù per ringraziarlo.