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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


PELLEGRINAGGIO PAOLINO A ROMA
Catechesi ai giovani
Abbazia delle Tre fontane, 1 giugno 2009


Cari giovani, qui ha avuto termine la vita di Paolo. Ha avuto termine col martirio: morendo l’Apostolo ha dato a Cristo la testimonianza suprema del suo amore. Propongo alla vostra considerazione due ordini di riflessione.

1. Il cristiano vero, l’autentico discepolo del Signore o prima o poi si scontra coi poteri che dominano il mondo. Non illudetevi su questo punto. Se siete fedeli a Cristo, se custodirete la sua parola sarete perseguitati: su questo non dovete avere dubbi.

Certamente le modalità della persecuzione nel nostro Occidente è molto diversa da quella usata da Roma. Non mancherà la derisione. C’è stato perfino chi ha scritto che "cristiano" deriva da "cretino". Non mancherà un tentativo subdolo di delegittimare la vostra fede: christianos non licet esse, come dicevano i romani. Quale tentativo? "tieniti la tua fede per te, nel tuo privato. In pubblico non hai il diritto di proporla: è contro la democrazia; è contro la tolleranza, è contro il rispetto che si deve agli altri … specialmente i mussulmani". È la traduzione moderna di un’antica accusa: i cristiani sono nemici della società; sono pericolosi per lo Stato.

In questo luogo santo, cari giovani, sappiate che essere cristiani è cosa che appartiene ai forti, ai grandi di spirito non ai pusillanimi. Siate saldi nella vostra fede; vivete nell’unità della Chiesa, fondati sulla roccia che è Pietro, il santo Padre Benedetto XVI, nella docilità al suo magistero. E niente potrà vincervi.

2. Prima di morire l’apostolo Paolo si preoccupò di lasciare nelle comunità dei successori che continuassero la sua opera: la testimonianza a Cristo doveva essere continuata, per sempre.

Ed ora, cari giovani, l’apostolo dice anche a voi: "continua la mia testimonianza a Cristo: sii suo testimone".

Può essere che a qualcuno, o a molti di voi ragazzi, Cristo chieda proprio in questo luogo di essere testimoni proprio come fu Paolo: nella forma dell’apostolato come sacerdoti. Cristo vi chieda di dare tutta la vostra vita alla predicazione del Vangelo, all’edificazione delle sue comunità cristiane.

Ma tutti potete, dovete essere testimoni. Che cosa significa essere testimoni? Lasciare trasparire nella vostra persona, nella vostra vita quotidiana una presenza che vi ha trasformati, la presenza di Cristo. E come si fa, in che modo si è testimoni? Sia che mangiate, sia che beviate – vi risponderebbe l’apostolo – fatelo in Cristo. Potrei aggiungere: sia che studiate/lavoriate; sia che pregate o vi divertite; sia che state colla vostra ragazza/o o coi vostri amici. Sempre: essere trasparenze di Cristo. Difficile? Ve l’ho già detto: il cristianesimo è per le anime grandi. Ma, e termino, pregate ogni giorno la Madonna: lei vi aiuterà.

"La vita quotidiana è la più romantica delle avventure e soltanto l’avventuriero lo scopre" [G.B. Chesterton, Eretici, Piemme; Casale Monferrato 1998, pag. 131]